Le malattie del metabolismo (il processo che trasforma il cibo che mangiamo in energia) sono in aumento in tutto il mondo, e a farne le spese sono soprattutto gli abitanti dei Paesi a basso reddito. Uno studio guidato dall’Università nazionale di Singapore ha concluso che, dal 2000 al 2019, è aumentata l’incidenza di una serie di malattie metaboliche tra loro collegate: obesità, ipertensione (pressione alta), diabete di tipo 2, colesterolo alto e steatosi epatica non alcolica (l’accumulo di grasso nelle cellule del fegato). In base alla ricerca pubblicata su Cell Metabolism, l’incidenza del diabete di tipo 2 è aumentata di oltre l’1,5% all’anno in questo arco di tempo; anche il numero di decessi e di anni di vita sana persi a causa del diabete di tipo 2 sono cresciuti, nonostante gli sforzi messi in campo da molti Paesi per contrastare questa malattia.
Per quanto riguarda l’obesità, nei 20 anni considerati dallo studio, gli anni di vita sana persi a causa di questa condizione sono cresciuti dello 0,5% all’anno, raggiungendo – nel 2019 soltanto – la cifra vertiginosa di 160,2 milioni complessivi. Nel 2019, obesità e colesterolo alto sono stati responsabili di cinque milioni e 4,3 milioni di morti nel mondo, rispettivamente. Il punto è che queste malattie non si verificano in modo isolato, ma condividono le stesse cause, ossia alcune disfunzioni nei processi che regolano la risposta dell’organismo all’insulina, nel modo in cui vengono utilizzati zuccheri e lipidi e in alcuni meccanismi infiammatori e immunitari. Oltre ad avere un’origine comune, le condizioni metaboliche studiate sono anche tutte legate all’insorgenza di altre malattie croniche come il cancro.